Libro in uscita 03 Febbraio 2022
AUTORE: Daniel Kehlmann
TITOLO: Te ne dovevi andare
TRADUTTORE: Monica Pesetti
EDITORE: Feltrinelli
GENERE: Horror
TRAMA
Uno sceneggiatore si ritira insieme alla moglie attrice e alla figlia di quattro anni in una casa isolata tra le montagne per scrivere il seguito del suo film di maggior successo. Il paesaggio è da cartolina: il minuscolo paese in fondo alla valle, la strada stretta e piena di tornanti, i ghiacciai quasi azzurri nell’aria frizzante di dicembre. Ma l’idillio è solo apparente. C’è qualcosa che non va. Mentre la moglie manda sms e la figlia fantastica nel suo mondo di bambina, la casa si trasforma in un puzzle di Escher a cui manca l’ultimo pezzo. Fra strani rumori improvvisi, oggetti che spariscono, vetri di finestre che non riflettono più la sua immagine, il protagonista diventa il doppio di se stesso, e nella progressiva perdita di riferimenti la scrittura è l’unico appiglio per mantenere il contatto con la realtà. Ancora una volta però nulla è come sembra, e gli elementi classici del racconto dell’orrore si riassestano in un gioco raffinato tra le percezioni del protagonista e la fantasia del lettore. L’orrore è davvero nella casa o all’interno delle relazioni personali?
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RECENSIONI
Nei film è divertente quando una vita cade a pezzi perché in quei momenti i protagonisti dicono frasi brillanti, nella realtà invece è solamente squallido e disgustoso.
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Mentre sono a letto prendo il Kobo e mi imbatto in questo libro di cui mi attira la copertina.
Mi dico vediamo che parla e mi ritrovo a finirlo. Una storia strana, scritta in modo strano che mi lascia una sensazione strana.
Apparentemente protagonista del libro sembra essere una famiglia composta da un uomo, uno sceneggiatore di cui non viene svelato il nome e che di volta in volta si identifica con il ruolo di padre, marito, vicino, una donna, la moglie attrice Susanna, e la piccola Esther, la loro bambina. Apparentemente sono i protagonisti ma in realtà la protagonista è la casa, questa grande casa isolata che l’uomo sceglie per poter lavorare in santa pace. La pace però fatica ad entrare in casa. Turbamenti per il lavoro, turbamenti per il matrimonio, turbamenti per eventi strani che si verificano in questa casa in cui da un giorno all’altro spuntano foto mai viste, in cui gli angoli retti non misurano 90 gradi, in cui si vedono ombre e si sentono sussurri. A Kelhmann va il merito di aver saputo scrivere con maestria non un romanzo ma un insieme di tasselli che pagina dopo pagina trovano collocazione, va il merito di attrarre il lettore in un vortice di inquietudine in cui tutto è sospeso. Realtà, sogno, sceneggiatura danzano insieme ma a ritmi diversi.
Io l’ho divorato malgrado non sia scritto in modo scorrevole, non sono riuscita a fermarmi…un po’ come mi succede con i film horror o di suspense.
Consigliato a chi ama sperimentare…
©Maria Elena Bianco
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