“Tanto poco” – Marco Lodoli

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AUTORE: Marco Lodoli
TITOLO: Tanto poco
EDITORE: Einaudi
DATA USCITA: 13/02/2024
GENERE: Narrativa

TRAMA – Tanto poco

avere l’impulso di rivelarsi, di dire eccomi, guardami, sono qui. È quello che capita alla bidella di una scuola dove insegna un ragazzo coi riccioli neri, intemperante, ribelle, pieno di sogni.

Quarant’anni passati a difenderlo dai pericoli, dalle cattiverie, dal mondo. In silenzio, di nascosto: perché per avere un attimo di felicità bisogna saper perdere tutto. «Le stagioni passano, le foglie crescono, cadono e ricrescono e tutto cambia.

Ma io sono stata sempre qui, ferma, radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura».

L’amore da lontano, l’amore che non si sporca con la vita, l’amore puro, assoluto, incrollabile: il nuovo romanzo di Marco Lodoli racconta la passione silenziosa e implacabile di una bidella per un professore che non si accorge di nulla, troppo preso dalle sue ambizioni artistiche, dall’illusione di essere diverso dagli altri, dalle sue piccole vanità.

Matteo è un insegnante, ma anche uno scrittore: prometteva bene, poi però si è smarrito. E lei non ha mai cessato di amarlo, ma a che prezzo? Per difendere quella rosa bianca dal fango della vita ha dovuto essere inflessibile, feroce, spietata. Rinunciare a tutto.

Marco Lodoli ci porta al centro di un sentimento travolgente che è rincorsa e fuga, smania e tensione verticale, sogno che niente e nessuno deve interrompere: una finzione folle, e proprio per questo più forte di ogni realtà.

Tanto poco

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Proposto da Elena Stancanelli al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:

«Delle persone che ammiriamo, che desideriamo, anche prossime, non sappiamo che quello che vediamo. Pochissimo, quindi.

È così anche per Vittoria, una donna piena di angoli bui che negli anni Settanta arriva a Scauri, un paese del basso Lazio dove sa che non incontrerà persone della sua vita precedente. Vittoria a Scauri arriva accompagnata da una ragazza, Mara, che è così giovane da poter essere sua figlia ma che sua figlia non è.

Con lei Vittoria convive per vent’anni. Aprendo una pensione per cani, nuotando ogni mattina, passando con leggerezza il tempo in una vita che sembra al di sotto delle sue qualità. Ma quante persone così capita di incontrare?

Tutti la osservano, in paese; negli anni, la sua figura elegante diventa familiare, le domande si quietano. Poi un giorno Vittoria viene trovata morta nella sua vasca da bagno. Una fine improbabile, che il paese accetta perché sa capire le disgrazie e tace.

È da qui che inizia il romanzo. Dalla telefonata che l’avvocata Lea Russo riceve nel suo studio mentre è alle prese con un piccolo caso di rissa tra minori.

Chiara Valerio sceglie la forma dell’inchiesta, dell’indagine per scrivere un romanzo di rara intensità, ritmato con straordinaria sapienza narrativa, sull’ambiguità dei nostri desideri, su come ciò che sappiamo degli altri – quelli che ammiriamo, che amiamo – ma anche di noi stessi sia un orizzonte sfuggente, parziale, sempre in movimento.

Per queste ragioni sono lieto di presentare questo romanzo per l’edizione 2024 del Premio Strega.»


FRASI

Io ero felice cosí com’ero, senza speranze, perché ogni speranza è una pretesa, un meschino investimento sul futuro, una scommessa che chiede fortuna.

Marco Lodoli, Tanto poco

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Ma l’amore non è proprietà privata, filo spinato, casa, famiglia, l’amore non è riconoscenza, gratitudine, debito, l’amore non è neanche condivisione, legame, unione. L’amore non produce nient’altro che se stesso, è solo meraviglioso spreco delle poche energie interiori che la vita ci ha consegnato. Sono i talenti non investiti né sepolti, semplicemente spesi o perduti. L’amore è devozione che non pretende e non aspetta nulla.

Marco Lodoli, Tanto poco
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Quando sto male, come sempre mi lavo, mi vesto per bene, mi pettino e mi trucco un minimo, perché non voglio che nessuno mi veda trasandata e possa pensare che cado a pezzi.

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Prima non sognavo mai, andavo a letto, spegnevo la luce e tutto spariva, anche io. Mi faceva bene quel buio totale, fuori e dentro cancellava tante cose inutili e mi riposava.

Marco Lodoli, Tanto poco
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È vero, bisogna fare spazio, svuotarsi di ogni volontà, annullarsi per farsi invadere dall’amore. Ogni pensiero e ogni parola possono fare resistenza, diventano un recinto in cui il lupo dell’amore non può piú entrare per azzannare il cuore e sbranarlo.

Marco Lodoli, Tanto poco

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Ma io sono stata sempre qui, ferma, radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura.

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Aveva l’aria di quei ripetenti che non vogliono imparare nulla, che resterebbero a scuola tutta la vita perché a scuola comunque fa piú caldo che fuori.

Marco Lodoli, Tanto poco
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Che meraviglia perdere la propria vita per delicatezza, infinite volte meglio che salvarla con l’arroganza e la volgarità.


RECENSIONI

…perché il caso è piú forte della volontà, sa se fare o disfare, e forse non è solo il caso, forse c’è un ordine piú vasto e incomprensibile che ci muove e ci mette alla prova. I fili si sciolgono o si annodano in un tappeto infinito e non sono loro a scegliere, devono solo accettare, obbedire.

Questa é la storia di un amore, puro, totalizzante, incessante, accecante.

Di fatto è una ossessione.
La protagonista, una assistente scolastica, si innamora all’improvviso di un professore appena arrivato nella scuola in cui lavora lei, lui é Matteo Romoli, con tanti ricci neri ed una presenza da prof geniale e fuori dal mondo.
Si incontrano a scuola e lei si innamora subito. Un colpo di fulmine. Monodirezionale.
Lei incontra chi riempie in un secondo i suoi vuoti e si prende tutto, lui non se ne accorge neanche.

Lei lo ama in modo totale.

Lui a scuola la chiama pure con il nome sbagliato. E si assiste in contemporanea alla vita di Matteo che fiorisce, arriva al culmine, sociale e familiare, e sfiorisce perché ad un certo punto lui si perde e alla vita della protagonista che rimane ferma alla sua ossessione.

 

Immobile e fedele. Lei guarda, osserva, metabolizza e aspetta… Non fa altro che aspettare sempre e solo nell’ombra. Lei protegge e custodisce questo amore puro non sapendo mai esporsi, non sentendo mai il bisogno di rivelarsi, di dire eccomi io sono qua, guardami sono qui e ti amo profondamente.  Quarant’anni passati a difenderlo dai pericoli, dalle cattiverie, dal mondo. In silenzio, di nascosto: perché per avere un attimo di felicità bisogna saper perdere tutto.

“Le stagioni passano, le foglie crescono, cadono e ricrescono e tutto cambia. Ma io sono stata sempre qui, ferma, radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura”.
Lodoli racconta con una buona penna, con una scrittura lineare e veloce, l’amore da lontano, l’amore che sceglie di non si sporcarsi con la vita, l’amore puro, assoluto, incrollabile.

Ma è amore? Fino a che punto si può arrivare ad amare così? Cosa si è disposti a fare quando si resta intrappolati in una idea di amore che assorbe tutto?

E si arriva al finale che in qualche modo lascia dell’amaro in bocca perché una ossessione isola, disorienta, confonde e trascina in un buio silenzioso che tutto si porta con sé.

Lodoli mi porta a ragionare sugli amori malati, disfunzionali, virtuali. Sui vuoti emotivi che ci circondano

È la mia prima volta con Lodoli e se da un lato ammetto che non mi ha fatto impazzire dall’altro dico che si legge velocemente ed è senza troppe pretese.

©Maria Elena Bianco per @lefrasipiubelledeilibri

 
 
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