AUTORE: Abbie Greaves
TITOLO: Per tutti i giorni della mia vita
TRADUTTORE: Stefano Beretta
GENERE: Narrativa
EDITORE: Garzanti
TRAMA
Il silenzio può essere più forte di mille bugie. È per questo che Frank un giorno, senza preavviso, decide di smettere di parlare alla moglie Margot. La ama da quarant’anni, ogni istante più del primo. Insieme sono tutto, e da sempre sono convinti che l’amore sia sufficiente. Ma arriva il momento in cui non è più così: Frank continua a condividere con Margot il momento della cena, si sveglia nello stesso letto, ma nemmeno il più piccolo sussurro esce dalla sua bocca. Con gli occhi le fa capire che il sentimento non è mutato, ma null’altro.
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La donna non ha idea di quale possa essere il motivo di quel cambiamento e ogni sua richiesta di spiegazioni cade inesorabilmente nel vuoto. Per questo Margot decide di fare qualcosa di altrettanto estremo: prende delle pillole. Troppe pillole. In quel preciso momento Frank capisce che non può perderla, che non esistono bugie tanto gravi da allontanarlo da lei per sempre. Perché anche nel matrimonio più sincero e più solido ci sono delle ombre, delle verità che, per proteggere l’altro, si è deciso di tacere.
Quando si pronuncia quella fatidica promessa si crede davvero che essa sia forte a sufficienza da superare qualunque cosa. Ma ogni giorno è una nuova sfida. Ogni passo verso una nuova famiglia da creare è un salto nel vuoto. Ogni progetto condiviso è un azzardo. In nome di quell’amore si può sbagliare. Perché nulla più dell’amore ci fa fallire nel tentativo di fare la cosa giusta.
RECENSIONI
Romanzo d’esordio di Abbie Greaves, “Per tutti i giorni della mia vita” racconta la grande storia d’amore tra i due protagonisti, Frank e Maggie, rivissuta alternativamente tramite i ricordi di lui, che fa riemergere, ad alta voce, al capezzale della moglie – per darle la forza di non mollare e rimanere in vita – e di lei, che ha messo per iscritto, prima di compiere un gesto disperato, sottolineando i momenti più belli, ma anche più difficili, della loro famiglia.
Una famiglia per anni costituita soltanto da marito e moglie, fin quando, quasi per miracolo, entra a far parte delle loro vite la piccola Eleanor, talmente desiderata (e da così tanto tempo!), che inaspettatamente non destabilizza il loro rapporto di coppia, ma lo consolida.
La particolarità di questa storia d’amore è che non è una storia “da favola”, ma si avvicina molto a quelle reali: da sempre e per tutti i giorni della loro vita, niente è stato perfetto, mille sono state le difficoltà, le tragedie vissute. Solo l’amore vero, grande, assoluto, può unire due persone nel dolore e aiutarle a superare l’impensabile. Quando l’amore, però, è così feroce, da portarti a voler proteggere qualcuno ad ogni costo, sebbene il silenzio possa sembrare la scelta più giusta, finisce per creare solitudine e distanze, a volte impossibili da risanare…
Sebbene la lettura sia abbastanza scorrevole e poco impegnativa dal punto di vista lessicale, il vero impegno richiesto per andare avanti, pagina dopo pagina, in questo romanzo è del tutto emotivo.
Il primo impatto avuto è stato di assoluto sconforto: è impossibile non sentirsi coinvolti nel dolore di un uomo, che ha amato per l’intera sua vita una donna e cerca di darle un motivo valido per farla tornare da sè. Segue subito, però, un’ondata di tenerezza: in poche ore ai protagonisti, e al lettore, tocca rivivere i ricordi di una storia d’amore, non fittizia, ma molto reale, perché semplice, perché non perfetta, ma piena di ostacoli e difficoltà. Sente scorrere le emozioni dalle pagine, lentamente sottopelle, e questo, a volte, costringe a doversi soffermare e non procedere con la lettura, per poterle metabolizzare.
Le relazioni umane, tra marito e moglie, tra genitori e figli, sono il tema principale del romanzo. È risaputo che alla base di ogni rapporto ci sia il dialogo, ma è anche vero che persino nei matrimoni più forti, consolidati, spesso esiste comunque qualcosa di “non detto”: non per cattiveria, non involontariamente, ma con consapevolezza e per istinto di protezione verso l’altro. A volte tacere, non condividere le proprie perplessità, il proprio dolore, può sembrare la scelta più giusta, anche se difficile, per non recare danno agli altri. Ma, nonostante le buone intenzioni, il silenzio porta sempre e solo a distanze che, non sempre, è possibile accorciare, annullare. Solo chi davvero ama può, alla fine di tutto, perdonare, farsi perdonare e continuare ad amare.
“Per tutti i giorni della mia vita” non lo ritengo una lettura “da spiaggia”, non posso dire neanche che trasmetta buon umore: l’ho vissuto, piuttosto, come un’occasione per riflettere su come costruire bene un rapporto, come un monito per la vita di tutti i giorni: credo che alla fine, lo scopo dell’autrice, si avvicini molto a questo.
[©Eleonora Nicolosi]