AUTORE: Anna Wiener
TITOLO: La valle oscura
TRADUTTORE: Zemira Ciccimarra Milena
EDITORE: Adelphi
GENERE: Studi sui generi
TRAMA
Cosa succede, nella Silicon Valley? Per quale ragione gli spazi di lavoro sono disegnati come appartamenti, e gli appartamenti come spazi di lavoro? In base a quale idea del mondo anche chi hai seduto di fronte comunica con te solo via messaggio? Come mai gli unici scambi diretti fra umani ruotano intorno alle ordinazioni del delivery successivo? E soprattutto, oltre a imporre una vita quotidiana così diversa da tutte le altre, cosa fanno veramente le startup? Accumulano quantità inimmaginabili di dati su ciascuno di noi, e li organizzano secondo strategie sempre più veloci e sofisticate, ma perché? Per vendere, d’accordo. Per sorvegliare, come no. Ma poi? Su domande come queste speculiamo ogni giorno, senza peraltro neppure sapere bene come sia fatta, Silicon Valley, e cosa sia. Anna Wiener ci ha lavorato per cinque anni, e quando ne è uscita ha deciso di scrivere questo rapporto, che ha assunto quasi da solo la forma di un romanzo. Si ride molto, a leggerlo. Ma si ride sempre, quando si ha paura.
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RECENSIONI
Mi piaceva sentirmi a posto; adoravo sentirmi a posto. Sfortunatamente, volevo anche sentirmi bene. Volevo trovare un modo, finché potevo, per essere in contatto con la mia vita.
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Questo é un libro che mi ha richiesto tempo e non ho potuto fare a meno di concedeglielo. Mi sono fidata del mio istinto che me lo h fatto acquistare e della casa editrice, fino ad ora la Adelphi non mi ha mai deluso. E neanche con questo libro. Ho faticato ad entrare nelle corde del libro perché non ho capito subito che era una sorta di diario, di una confidenza, un memoriale. E difatti é il racconto che l’autrice fa della sua esperienza nella Silicon Valley. App, star-up, disruption etc sono termini con cui la.protagonista deve necessariamente prendere confidenza. In questo tuffo nel futuro dove tutto è imperniato sul lavoro e sulla devozione per la causa emerge un mondo maschilista, veloce, opportunistico, un tritacarne per chi non ha intenzione di vivere per lavorare e di pensare solo a quanto una app possa essere aperta ogni singolo giorno da un tot di utenti. La protagonista proviene dell’editoria quindi si sente “nel mondo degli unicorni”. Viene aperta al lettore una finestra su un mondo “chiuso” predisposto per gli esperti del settore, ingegneri e informatici, e viene mostrato come avvengono i colloqui, come sono i (non)rapporti fra colleghi, come si misura il tempo e la qualità, come scorrono giorno e notte, come si fa finta di vivere.
Ho dovuto affrontare 100 pagine prima di capire la potenza di questo libro, la lungimiranza, la forte umanità. Ho accolto questa confessione con attenta pazienza ed ho fatto mie le mille riflessioni fatte dalla protagonista.
Io non sono tecnologica eppure uso internet e app di ogni genere, non amo questo mondo eppure non ne posso fare a meno. Tutte le difficoltà della protagonista sono mie in qualche modo, e questo mi ha permesso di empatizzare con la protagonista. É un libro che fa riflettere su molte cose, sul lavoro, su internet, sulle donne, su ciò che intendiamo per futuro e libertà. Questo libro merita.
Consigliato a chi talvolta vuole letture non facili.
[©Maria Elena Bianco]
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