“La donna degli alberi” – Lorenzo Marone

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AUTORE: Lorenzo Marone
TITOLO: La donna degli alberi
EDITORE: Feltrinelli
DATA USCITA: 05/11/2020
GENERE: Narrativa

TRAMA – La donna degli alberi

La donna è sola, inquieta, in fuga: non vuole più restare dove non c’è amore. Ha lasciato la città, nella quale tutto è frenetico e in vendita, ed è tornata nella vecchia baita dell’infanzia, sul Monte. Qui vive senza passato, aspetta che la neve seppellisca i ricordi e segue il ritmo della natura.

C’è un inverno da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine da farsi amica. Ci sono i rumori e le creature del bosco, una volpe curiosa e un gufo reale che bubola sotto il tetto. E c’è l’uomo dal giaccone rosso, che arriva e che va, come il vento.

A valle lo chiamano lo Straniero: vuole risistemare il rifugio e piantare abeti sul versante nord della montagna, per aiutarla a resistere e a tornare fertile.

Una notte terribile riporta la paura, ma la donna si accorge che ci sono persone che vegliano su di lei: la Guaritrice, muta dalla nascita, che comprende il linguaggio delle piante e fa nascere i bambini; la Rossa, che gestisce la locanda del paese; la Benefattrice, che la nutre di cibo e premure.

Donne che sanno dare riparo alle anime rotte, e che come lei cercano di vivere pienamente nel loro angolo di mondo. Mentre la montagna si prepara al disgelo e a rifiorire, anche la donna si rimette in cammino. Arriverà un altro inverno, ma ora il Monte la chiama.

La donna degli alberi

la donna


FRASI

Mi piace pensare che ciò che costruisci, il bene che doni, ti ritorna sempre in qualche forma.

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Ho capito che la sua felicità, come la mia, è fatta di sapori, odori, suoni, la sua felicità, come la mia, è costruzione quotidiana, fatica.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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[…] e abbiamo bevuto senza sete, toccando i calici nel segno del brindisi.
A me, a lui, a chi ti viene a cercare anche quando ti nascondi.

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Pensavo a mia madre, alla domanda sua e di tutte le madri, “hai mangiato?” che calava dall’alto come minaccia e mi toglieva spazio, e che adesso, da qua, mi appare come la più calda delle carezze.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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Sono tornata a casa seguendo la linea del ruscello, ho portato con me un mazzo di margherite, e sul bordo della montagna mi sono messa in punta di piedi per ammirare la Valle che si colora di giorno in giorno.
E ho sentito di avere un cuore ancora giovane.

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L’attesa costringe all’ascolto, è vuoto non riempito, osservazione e silenzio, preparazione.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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Non voglio essere sola, voglio saper stare da sola, le poche persone davvero felici che la vita mi ha messo davanti ne erano capaci.

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Me la sono meritata una nottata libera,ho meritato un po’ di sonno giusto e il risveglio dei poeti, questo amore scombinato che si nutre di voragini e toglie l’erba gramigna dalle crepe che le parole lasciano sulla carne.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi

la donna

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Ho sostato li dove gli alberi smettevano di rincorrersi e mi sono ritrovata a riflettere sul mondo distratto che ho lasciato a valle, su quanto sia impossibile oggi essere e restare in un solo pensiero, quanto sia difficile metterci concentrazione, ritagliarsi del tempo da dedicare ad un’attività, seppure piccola come raccogliere ramoscelli per il fuoco.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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Ci sono persone che riescono a ripararti con poco, solo rimettendo insieme i cocci. A volte piccoli equilibri si spezzano e le cose tornano a posto, e ti si aggiusta la vita. A volte non c’è da cambiare, solo da riordinare.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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Ho riempito il bicchiere al mio amico con il vino di fine bottiglia e abbiamo bevuto senza sete,toccando i calici nel segno del Brindisi. A me, a lui, a chi ti viene a cercare anche quando ti nascondi.

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Con gli aghi di abete fra i capelli ho ballato nel sottobosco, il silenzio assoluto e impenetrabile non mi rendeva abitante solitario, non siamo mai soli al mondo, lo diventiamo se smettiamo di ascoltare e ci asserviamo alla fretta, il vizio capitale del nostro tempo, se ci lasciamo sedurre dalla facile idea che la felicità sia di ricercare, non qualcosa a cui prestare attenzione.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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… Però se devo vivere, piccola stella cadente in questa notte buia come tante, allora devo credere. Perciò, ti prego, se puoi, portami un po’ di forza per aiutarmi a inseguire ancora l’assurdo, rendimi stupida un altro giorno, così che possa pensare di riuscire a mettere armonia nel mondo coi miei gesti. E solo dopo fammi libera.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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Mi cercava lo sguardo, e mi ha messo a posto un ciuffo di capelli in burrasca col gesto posato di chi sa dosare la forza, dell’artigiano che si prende cura dei dettagli della sua opera.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi
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Sono stata donna in fuga. In me c’era l’inquietudine della partenza, la vulnerabilità del sopravvissuto, camminavo con il passo spezzato. Mi costruivo le ritirate che non ho preso, ho accettato gli allontanamenti che non ho scelto, ho accolto chi è entrato nella mia vita per evadere dalla sua, sono stata fuggiasca e non vincitrice, rincorsa ma perdente.

Ora inseguo l’amor proprio, coltivo il piccolo ambizioso progetto di non restare dove non c’è amore. Mi ritaglio lo spazio per ripassare le mie mancanze, e mi affanno a farmi trovare preparata spettatrice del minuscolo che accade. Mi propongo di mantenere inviolata la fame di vivere pienamente.

In armonia con quello che c’è, con chi c’è. Cerco la fede senza fede. Lascio la mia vita, per costruire un nuovo pezzetto di terra da abitare, da seminare e far fiorire. Imparo a stare,senza rimpianti,senza voler essere continuamente altrove. Questo è il mio onesto patto da onorare. Il mio piccolo contributo.

Lorenzo Marone, La donna degli alberi

la donna


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