AUTORE: Claudia Venuti
TITOLO: Io ti voglio felice
EDITORE: New-Book
GENERE: Narrativa
TRAMA – Io ti voglio felice
Mia ha imparato a cogliere il lato positivo di ogni cosa e fa i conti con un elenco di delusioni più o meno costruttive in lotta con un elenco di infiniti motivi per essere felice. Insegue il sogno di diventare la scrittrice preferita di qualcuno e dimostra di avere il coraggio di non abbandonare quel sogno, solo perché sarebbe più semplice rinchiuderlo nello stesso cassetto dal quale tenta di tirarlo fuori.
Ma le cose semplici non l’hanno mai fatta impazzire. A lei piace l’idea di sfidarsi e sfidare tutto ciò che apparentemente le rema contro. Ha archiviato tutti gli incontri sbagliati, ma non ha archiviato se stessa. I colpi di scena esistono? Forse sì. Il bello si riduce a saperli aspettare. Le coincidenze da prendere, che siano quelle tra mezzi di trasporto o tra persone, non arrivano quasi mai in anticipo. O sono puntuali, o arrivano in ritardo.
Alcune possiamo perderle e altre attenderle un po’, ma qualcosa arriva sempre. Ecco cosa si ripete Mia nei momenti di sconforto: “È così che deve andare, arriverà di meglio.”
FRASI
“Ci sono silenzi che fanno più casino del casino e poi ci sono casini che restano in silenzio. Ho sempre rincorso tutte le risposte che aspettavo e le ho aspettate davvero, ma ci sono anche attese vane…”
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“Non esiste necessariamente una risposta a tutto.
Ogni tanto la risposta è un silenzio. Punto. E te lo devi far bastare.”
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“Ci saranno sempre persone che non ci vedono e non ci sentono, perché guardano altrove, non nella nostra direzione. Ecco, sono proprio quelle che […] bisogna lasciare andare via, a largo, perché stanno bene lì, lontane.
Non sono fatte per stare vicine.
Non sono fatte per stare vicino a noi.
Per anni mi sono affannata a voler tenere sempre insieme tutto, poi mi sono resa conto che non c’è d’affannarsi per esserci. Mi sono resa conto che non sempre le persone ci lasciano qualcosa, a volte non ci lasciano niente, proprio perché non hanno investito nulla.
Del niente non può rimanerci qualcosa.”
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“Dal niente non può rimanerci qualcosa.
Da qualcosa sì. Da qualcosa resta sempre qualcosa.
Io sono quel qualcosa. Io qualcosa la lascio sempre, perché do. Perché investo continuamente, anche col conto in rosso.
Perché quando intravedo la felicità, non so proprio rinunciarci. Mi piace crederci, ma per fortuna ho imparato a salvarmi.
Per liberarsi di qualcosa è importante un gesto di chiusura.
È importante non avere rimpianti ed è importante dire ciò che sentiamo, ma non è necessario ripeterlo continuamente.
Basta una sola volta.”
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“…accettare qualcosa non è così semplice come scrivere il tutto su un foglio, perché per scrivere un bel pensiero possiamo metterci anche mezzo secondo, ma per metterlo in pratica di quanto tempo abbiamo realmente bisogno?”
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“Le cose vere non cambiano. La vita evolve anche quando vorremmo che il tempo si fermasse, ma nessun orologio potrà mai fermare certe amicizie.”
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“Ad un certo punto bisogna smettere di pensare solo a come fare per salvare rapporti, persone e situazioni, è bello saper lottare per qualcosa, ma non all’infinito.”
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“Maledico gli incontri sbagliati, le scelte affrettate, le persone frivole e quel continuo ritrovarmi a dover mettere in discussione la mia persona, quando in realtà sono gli altri che non sanno mettere in discussione loro stessi.”
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“…io amo stare da sola, amo la mia solitudine e vado alla ricerca di questi momenti proprio perché ne ho bisogno. Sia mentalmente che fisicamente. Credo sia un modo per riuscire a dare maggior valore alla parola insieme.”
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“È solo quando scegli te stesso che puoi iniziare davvero a scegliere tutto il resto.”
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“Io da te non voglio scappare. Io con te ci voglio stare. Forse dovrai avere tanta pazienza.
Forse dovrai ripetermi le cose belle più volte, perché amo sentirmele dire e ridire da te.
Forse dovrai sopportare i miei silenzi quando mi chiudo a riccio per difendermi, perché sicuramente lo farò.
Forse dovrai persino aspettare che mi passino alcune stupide paure.
Forse dovrai imparare ad avere a che fare con quella parte di me che, quando perde il controllo, lo perde davvero. Quella che alza la voce, sbatte le porte e chiude il telefono in faccia.
Forse dovrai interpretare qualche malumore e qualche giornata storta.
Forse dovrai farmi sentire spesso al sicuro, ma ti basterà stringermi un po’ più forte del solito o dirmi una parola in più.
Forse avrò bisogno di sapere spesso se pensi a me, se mi vuoi, se ci sei.
Forse avrò bisogno di queste conferme.
Forse, e dico forse, potrebbe valerne davvero la pena.
Voglio trovarti ogni giorno a metà strada. A metà strada tra la mia testa e la tua, ma soprattutto tra il mio cuore ed il tuo. Nel nostro punto. Perché è lì che voglio stare, è lì che voglio rimanere.”
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“Non mi spaventa la solitudine, mi spaventa di più un finto insieme.”
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“- Sai cos’è secondo me la felicità? Quando quello che vuoi fare combacia perfettamente con quello che devi fare e viceversa.
Quando sia la testa che il cuore ti portano nella stessa direzione e finalmente non devi combattere con la tua parte istintiva e quella razionale, quando non devi fermarti continuamente per capire cosa fare, tanto non cambia la meta e neanche la persona con la quale vuoi condividere la strada.”
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“Molto spesso i nostri pesi sono le persone, i rapporti ambigui, le situazioni che scegliamo o ci ritroviamo a vivere e dalle quali non riusciamo ad uscire.
Spesso le persone sono vere e proprie trappole. Delle trappole perfette che si camuffano con braccia altrettanto perfette pronte ad accoglierci, quando in realtà sanno fare solo del male. Ma questo lo si capisce sempre dopo.”
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“Ecco cosa vorrei fare: imparare a stare in equilibrio. Voglio continuare ad essere una curva su quella linea retta ma una curva equilibrata.”
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“Perché scrivi quello che hai dentro? Non hai paura che non ti rimanga più nulla?”
“Scrivo perché è l’unica cosa che so fare e non ho paura di esaurire le parole, ho paura che finiscano le emozioni e allora sì che potrebbe diventare un problema e non mi rimarrebbe più nulla.”
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“Non affannatevi ad incastrare per forza tutto, ciò che è perfetto non ha bisogno di forzature”
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“Abbiate il coraggio di scegliere. Scegliere cosa fare, dove andare, di quali persone circondarvi. Eliminate chi influisce su di voi in maniera negativa, senza arricchirvi.
Chi vi porta via del tempo, senza dedicarvi il proprio. Fate solo ciò che sentite di fare. Fidatevi del vostro istinto.”
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“Il passato non si cambia, al presente invece, puoi dare la forma e il colore che vuoi.”
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“Preferisco quelli che toccano il fondo di ogni cosa, che lo sanno toccare, consapevoli che non dev’essere un giretto del tutto piacevole, ma a volte inevitabile. Preferisco quelli come me a quelli che invece il fondo non lo toccheranno mai, perché nel frattempo si arrampicano sulle persone che incontrano.
Si staccano da una vita e si attaccano ad un’altra, si staccano solo quando sanno di potersi attaccare da qualche altra parte.
Non come noi, che ci stacchiamo e basta. Precipitiamo è vero e anche a velocità impossibili da decifrare, ma poi proviamo a risalire attaccandoci solo alle pareti di tutto ciò che di bello abbiamo.
In alternativa, ci prendiamo il nostro tempo per rimanere seduti o stesi che sia. E soli. Il punto è che da laggiù bisogna risalire in qualche modo, bisogna continuare a respirare, perché nessuno merita di vederci a terra troppo a lungo.”
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“Le cose uniche fanno un rumore diverso.”
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“… lasciare spiragli al nostro passato significa solo intralciarsi il presente.”
RECENSIONI
“Passi”, “Dove ti trovo?” e “Io ti voglio felice” fanno parte di una trilogia autobiografica.
Sono libri che possono essere letti in serie o singolarmente.
Mia è la protagonista, affronta una serie di esperienze in cui è facile ritrovarsi e il suo cammino è il cammino di tanti… o perlomeno che tanti dovrebbero fare. È un percorso fatto di crescita e miglioramenti.
Camminare spesso sembra facile, in realtà non lo è perché implica un cambiamento e i cambiamenti non sempre li accettiamo volentieri, soprattutto quando son dovuti a ciò che ci capita intorno e a quello che le esperienze ci lasciano, soprattutto se sono negative.
A Mia non appartiene la superficialità, da un peso a tutto (come lei stessa afferma), quel peso è grande quanto l’importanza che pone alle piccole e alle grandi cose.
Su di sè porta strati di apatia dovuti ai troppi “se” e “ma” di chi ha percorso il suo stesso sentiero, di chi è entrato nella sua anima con i piedi sporchi ribaltando tutto e andando via con la stessa noncuranza con cui probabilmente vi è entrato.
I personaggi di cui parla Claudia Venuti sono tangibili perché reali, capaci semplicemente di esserci e Claudia li ringrazia inserendoli in ogni suo libro.
L’autrice ha cura di ogni particolare, anche dei titoli dei capitoli, il mio preferito è
“Non mi spaventa la solitudine, mi spaventa di più un finto insieme.”
Un romanzo autobiografico che terminandolo lascia un sorriso, un’esplosione di energia positiva e tanto, tanto altro.
Lo consiglio sicuramente.
©Anysbook
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