AUTORE: Georges Simenon
TITOLO: Gli scrupoli di Maigret
TRADUTTORE: Margherita Belardetti
EDITORE: Adelphi
GENERE: Giallo
TRAMA – Gli scrupoli di Maigret
Calma piatta al Quai des Orfèvres. Sono i primi giorni di gennaio, del resto, e non può essere che così. Anche il commissario prova un po’ di malinconia. Tanto più che la signora Maigret non sta bene: i primi acciacchi, le piccole riparazioni obbligate – lo spettro della vecchiaia.
E dunque un Maigret tetro e assente ad ascoltare lo sfogo di Xavier Marton, un uomo comune, in apparenza, del tutto simile alle migliaia di commessi che alle sei di sera si precipitano verso il métro. Ma Marton è convinto che la moglie cerchi di avvelenarlo.
Imprevedibilmente, la donna si presenta a sua volta da Maigret. Ha classe da vendere, è bella, elegante, e inquieta: il marito soffre di depressione, di manie di persecuzione, e lei teme il peggio. Chi dei due è il folle?
O si tratta forse di una coppia diabolica, visto che c’è in ballo un’assicurazione reversibile da dieci milioni di franchi? E che parte ha nella vicenda la sorella di lei, Jenny, il genere di donna che ogni uomo sogna di proteggere e amare? Addio calma piatta.
Strana storia, comunque. Confusa e complicata. C’è un movente ma non ancora un delitto. E Maigret ha le mani legate. Tutte le inchieste che ha sin qui condotto gli paiono, d’improvviso, di una semplicità quasi puerile.
Non si è mai sentito tanto insicuro. Ha davanti a sé un’inchiesta impossibile: non deve ricostruire un crimine, ma prevedere un comportamento. Forse, più che un commissario di polizia, occorrerebbe uno psichiatra.
Gli scrupoli di Maigret
FRASI
Non era la prima volta, e non sarebbe stata l’ultima, che Maigret usciva dalla Procura furibondo.
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A mente fredda non prendeva troppo sul tragico l’antagonismo che opponeva i due ambienti.
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Ciò che più li divideva, e creava taciti conflitti, era il punto di vista da cui partivano. E il punto di vista era diretta conseguenza della diversa estrazione sociale. Procuratori, sostituti procuratori, giudici istruttori, appartenevano quasi tutti ai ceti medi, se non addirittura all’alta borghesia.
Dopo studi puramente teorici, conducevano un genere di vita che non li metteva in alcun modo a contatto, fuori dal loro ufficio, con quelli che dovevano perseguire in nome della società.
Il che determinava in loro l’assoluta incapacità di comprendere determinati problemi e un atteggiamento irritante di fronte a casi che gli uomini della Polizia giudiziaria, vivendo, per così dire, in una vicinanza costante quasi fisica con il mondo del crimine, sapevano valutare d’istinto.
Georges Simonen, Gli scrupoli di Maigret
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