Le frasi che vorremmo loro dedicare, quando le nostre parole sembrano non essere abbastanza…
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Essere padre è un’esperienza crudele.
Tua figlia avrà otto anni una volta sola e quattro anni una volta sola e due anni una volta sola, mentre ti trovi ad assistere ogni giorno, ogni ora, ogni minuto a una serie di spettacoli per i quali non sono previste repliche.
Tu fra i trentacinque e i quaranta consumi nuove esperienze, fai cose, ma ti sembra nella sostanza di rimanere la stessa persona. Mentre loro tra i due gli otto anni imparano a parlare, a scrivere, ad articolare ragionamenti, sviluppano gusti e indipendenza di giudizio. Diventano.
La cosa che non sai è che non è vero che tu resti la stessa persona. Perché mentre loro imparano la vita, tu impari a essere padre, cioè impari la tua seconda vita.
Che vuol dire smettere di essere e cominciare a esserci, sapere che quel che c’è passerà presto, riuscire a cogliere la fortuna di quel sorriso tutto per te anche quando sei stanco, la bellezza di quel gioco anche se sei nervoso, la meraviglia di quei sedici chili che vogliono dormire solo addosso al tuo sterno anche quando sei devastato dalla stanchezza e daresti di tutto per dormire a pancia sotto, senza una manina che ti rovista il naso.
Il fatto è che le tue narici saranno uguali anche fra cinque anni. Quella manina invece no. E pure quella voglia di dormirti addosso se ne andrà, e tu maledirai ogni giorno che non ti sarai goduto, ogni carezza non fatta a quei capelli quando ce li avevi lì a portata, e quando lo spettacolo si sarà spostato su altri palcoscenici in cui non potrai essere presente, quando non sarai più in prima fila ma fuori dalla porta, dormirai apposta sulla schiena solo per ricordare.
Essere padre t’insegna a stare sul pezzo, sempre. So che ci sono persone che lo fanno lo stesso, che non hanno alcun bisogno di avere figli per saperlo, è di sicuro una questione di attitudine e intelligenza. Una roba individuale, come si dice. Ma io, che non ho mai brillato per arguzia, l’ho imparato solo così.
Matteo Bussola, Notti in bianco, baci a colazione
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Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre.
Gabriel Garcia Marquez
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Non riesco a pensare ad alcun bisogno dell’infanzia altrettanto forte quanto il bisogno della protezione di un padre.
Sigmund Freud
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Fammi essere ancora figlio.
Solo una volta. Una volta sola.
Poi ti lascio andare.
Ma per una volta, ancora, fammi sentire sicuro.
Proteggimi dal mondo.
Fammi dormire nel sedile dietro il tuo.
Guida tu. Che io sono triste e stanco.
Ho voglia che sia tu a guidarmi, papà.
Metti la musica che ti piace.
Che sarà quella che una volta cresciuto piacerà a me.
Fammi essere piccolo.
Pensa tu per me.
Decidi tu per me.
Mettimi la tua giacca, che a me sembra enorme, perché ho freddo.
Prendimi in braccio e portami a letto perché mi sono addormentato sul divano.
Raccontami storie.
E se sei stanco non farlo. Ma non te ne andare.
Ho voglia di rimanere figlio per sempre.
Abbracciami forte come dopo un gol.
Dormi ancora, come hai fatto, per una settimana su una sedia accanto al mio letto in ospedale.
Rassicurami.
Carezzami la testa.
Lo so che per tutti arriva il momento in cui devi fare da padre a tuo padre.
Ma io non voglio.
Non ora.
Voglio vederti come un gigante. Non come un uccellino.
Non andare, papà.
Ti prego.
Fammi essere ancora figlio.
Fammi essere per sempre tuo figlio.
Gabriele Corsi
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Sarai il suo papà e nessuno vi potrà dividere perché lei sceglierà sempre te. Ti cercherà in ogni uomo che incontrerà, e per questo motivo le sembrerà sempre di accontentarsi.
Sara Rattaro – Non volare via
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È pronta la cena, corri!
Questi occhi te li ho fatti proprio bene!
Non sono stanco, andiamo!
ma l’ho fatto soltanto per proteggerti.
ce ne rendessimo conto.
Andrew Faber
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