“Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” – Benjamin Stevenson

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mia famiglia

AUTORE: Benjamin Stevenson
TITOLO: Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno
TRADUTTORE: Elena Cantoni
EDITORE: Feltrinelli
DATA USCITA: 11/10/2022
GENERE: Narrativa gialla

TRAMA – Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

A Ernie Cunningham le riunioni di famiglia non sono mai piaciute. Di sicuro c’entra il fatto che tre anni prima ha visto suo fratello Michael sparare a un uomo e lo ha denunciato, un oltraggio che non gli è ancora stato perdonato.

Perché i Cunningham non sono una famiglia come le altre. C’è solo una cosa che li unisce: hanno tutti ucciso qualcuno. Ora hanno deciso di ritrovarsi per un’occasione speciale: trascorreranno un fine settimana in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione di Michael.

Ma i Cunningham non sono tipi da stare in pantofole davanti al caminetto. Il giorno dell’arrivo di Michael, viene trovato il cadavere di un uomo.

Ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, come se fosse morto in un incendio, ma non ha ustioni sul corpo.

Mentre una bufera si abbatte sul resort isolandolo e la polizia brancola nel buio, spetterà a Ern capire se il colpevole è uno dei suoi familiari, prima che vengano uccisi tutti.

Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

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FRASI

– Ho dovuto imparare a vivere tenendo la bocca chiusa, ma anche a vivere dopo averla aperta, e non so bene quale delle due esperienze sia stata peggio.

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…adesso so che dopo un evento davvero devastante si vive come sonnambuli. Le giornate si riducono a uno spossante percorso a ostacoli, in cui persino fare la spesa diventa un’impresa sovraumana, e tu ti trascini stordito da una tappa all’altra, sforzandoti di vincere la resistenza di un’aria densa e irrespirabile […]
Di colpo i gesti più banali sembrano imporre una decisione, tanto che alla fine non riesci più a prenderne nemmeno una.
È così che ti ritrovi in cucina senza sapere perché ci sei entrata. E arrivi alla piscina di martedì, che invece è il giorno del tennis. E porti tuo figlio due volte di fila dal barbiere.

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– Si intuisce molto del carattere delle persone dalla loro reazione a un silenzio imbarazzante: c’è chi ha la forza di lasciarlo proseguire indisturbato e chi invece cede all’impulso di infrangerlo.

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– Una cosa che dovreste sapere di me è la tendenza a considerare tutto da prospettive opposte. Mi sforzo sempre di vedere entrambe le facce della medaglia.

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– “Pensa solo a come ti hanno trattato. E tu credi ancora di dover loro qualcosa? Un giorno ti renderai conto che la tua vera famiglia non è chi ha il tuo stesso sangue nelle vene, ma le persone per cui sei disposto a versarlo.”


RECENSIONI

“Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” è un libro strano ma pazzesco.

Basti pensare che dopo averlo terminato ho avuto il tanto odiato “blocco del lettore”.

Tutto inizia con il “Decalogo del giallo perfetto” di Ronald Knox e intorno a questo un genio, di nome Benjamin Stevenson, fonda questo romanzo.

Il protagonista è il narratore che già nelle prime pagine affermerà in quali pagine ci sono i delitti, cosa troveremo e cosa no… insomma, ti avevo avvertito che questo libro può sembrare strano e lo è decisamente, in maniera geniale!

Un giallo ironico, a volte crudo, ma bello davvero.
Purtroppo non posso dirti altro perché l’ho adorato e vorrei tu lo leggessi ❤️

©AnnaR

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La nostra non era una stanza di sospettati. Era una stanza di superstiti.

I libri sono salvifici, riempiono certi spazi vuoti e aiutano a far passare giornate in modo proficuo portandoti altrove. Per la lettura di questo libro è stato cosi: Benjamin Stevenson mi ha portato altrove e non mi ha fatto pensare alle mie cose ma mi ha condotto in un giallo e mi ha tenuto incollata alle pagine.

Faccio una premessa doverosa: ho letto un giallo con una narrazione di certo atipica che peró si rifà alla tradizione di gialli classici degli anni ’30 (nelle prime pagine il lettore trova il “Decalogo del giallo perfetto” che Ronald Knox scrisse nel 1929). Il narratore e protagonista, Ernest Cunningham (che per lavoro scrive libri in cui spiega come si scrivono giallo di successo) giura da subito di attenersi a questo decalogo.

Ho già detto che è un giallo atipico e lo è sia perché il narratore è sincero e onesto con il lettore al punto da dare indicazioni, da sottolineare certi passaggi, da dare una mano a tirare le fila e addirittura a dare spoiler anticipando che tra un tot di pagine qualcuno muore sia perché tra le pagine si insinua una ironia così perfetta che quasi ci si dimentica di avere a che fare con cadaveri e con un killer. È un giallo e nei gialli qualcuno muore. In questo romanzo muoiono diverse persone…

Intanto la storia. C’é una famiglia quella dei Cunningham che si ritrova in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione dopo tre anni di uno di loro, Michael. Tre anni prima ha ucciso un uomo proprio davanti a suo fratello Ernest (detto anche Ern o Ernie) che poi testimonierà in tribunale contro il fratello rendendosi responsabile della sua carcerazione e mettendosi la famiglia contro.

Mentre sono tutti (parenti tra affini e congiunti) allo Sky  Lodge arriva il primo cadavere: scarponi verdi. Il primo, ho detto bene…

I cadaveri nel corso della storia si accumulano (attenzione alcuni lo furono nel tempo, nel passato di certi personaggi, altri sono cadaveri metaforici)  mentre una tempesta di neve infuria e isola in tutta la famiglia in una bolla in cui dovranno fare i conti con emozioni, segreti, errate considerazioni, congetture, sentimenti, rivalutazioni, dettagli, scoperte.

Questo è di certo anche un libro sulla famiglia, un libro che celebra la Famiglia. Importante una riflessione «I vincoli familiari sono come la forza di gravità. … La tua vera famiglia non è chi ha il tuo stesso sangue: sono le persone per cui sei disposto a versarlo.» E mi piace ricordarlo nella mia recensione.

Stevenson con grande padronanza di stile, con grande capacità di narrazione ironica, con grande maestria crea un giallo che appassiona anche gli amanti della Christie.

Il giallo si dipana pagina dopo pagina con colpi di scena ad hoc e rivelazioni sapientemente seminate.

La narrazione in prima persona poi fa si che Ernest piaccia da subito e che ci lasci guidare nella presentazione di tutti i personaggi come Lucy, Katerine, Marcelo, Audrey, Alan, Robert…etc etc. Nessun personaggio viene tralasciato e di tutti si hanno le informazioni necessari per capire il personaggio ed il suo cammino interiore e non solo.

Consigliato a chi ama i gialli ed ha voglia di una nuova narrazione.

©Maria Elena Bianco 

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