AUTORE: Kurt Vonnegut TITOLO: Quando siete felici, fateci caso TRADUTTORE: Martina Testa, Assunta Martinese EDITORE: Bompiani DATA USCITA: 04/2022 GENERE: Saggi
TRAMA
Quando veniva invitato da prestigiose università statunitensi a tenere un discorso per la consegna dei diplomi, Kurt Vonnegut non diceva mai di no. Era ormai famoso, aveva scritto romanzi apprezzati in tutto il mondo, come Piano meccanico e Mattatoio n. 5, ma soprattutto era amato dai giovani, tanto quanto amava trovarsi in mezzo a loro.
Per alcuni questi incontri erano l’occasione di sentire e vedere il loro idolo in carne e ossa, ad altri bastava ascoltarlo per innamorarsene lì per lì. Quando siete felici, fateci caso raccoglie un’ampia selezione di testi scritti per queste occasioni: non vi troviamo massime di saggezza impartite da un vecchio guru a un pubblico in cerca di mistiche emozioni, ma un Vonnegut che pesca tra gli aneddoti, racconta qualche storiella, e soprattutto fa ridere. Con i suoi ragazzi lui parlava di tutto.
Come tutti i grandi scrittori amava parlare anche di sé, ma questo non veniva al primo posto. Trovava interessante toccare, con spirito e leggerezza, argomenti ben più importanti come lo stato del pianeta, per esempio, dei cui doni l’uomo continua ad abusare. Come scrive Dan Wakefield “non troverete bugie nei consigli di Vonnegut. È uno dei paladini della verità nel nostro tempo.” Un libro che ha toccato il cuore di molti lettori, da riscoprire in questa nuova edizione che comprende discorsi finora inediti in Italia.
RECENSIONI
Ecco cosa mi piacerebbe fare, adesso: sciogliere l’amaro del mio pessimismo e lasciarvi in bocca un sapore di vaniglia e caramello. Ma trovo molto difficile confezionare questo tipo di dolciumi, specie da quando i nostri scienziati militari si sono messi a sparare contro folle di loro simili.”
Apro questo libro decisamente attratta dal titolo, “quando siete felici fateci caso” non è una frase che passa inosservata, anzi… questa frase anzi mi rimbomba in testa, proprio in questo momento, che me lo sto domandando: sono felice?
Ci faccio caso? E allora inizio a sfogliare voracemente e scopro che non é un romanzo ma una raccolta di discorsi ufficiali che Vonnegut ha tenuto nel tempo nelle università americane in diversi anni.
Destinatari principali i giovani che si affacciano alla vita e al mondo del lavoro. E allora non posso fare altro che immedesimarmi, chiudere gli occhi e ritornare al giorno della laurea e pronta (?) per diventare grande.
Di fatto, a 45 anni suonati, mi trovo in questa fase, sto studiando al momento e sto ricominciando ex novo un percorso ed ho di fronte a me incertezze, dubbi, paure ma anche sogni. E allora giù a leggere affascinata e attenta. Vonnegut con grande sapienza e pignoleria nella formazione di frasi, usando con maestria una certa ironia, tocca diversi temi importanti come il clima, la guerra, le responsabilità nella vita, l’invito a studiare e conoscere sempre di più ma restando con i piedi per terra in un modo unico nel suo genere.
Parla di tante cose, fa sorridere ed un secondo dopo riflettere profondamente.
In uno dei suoi discorsi invita a faticare per raggiungere il potere ma precisa che una volta trovato questo potere bisogna poi pensare agli ultimi, a chi ha difficoltà e a chi non piace a nessuno. E fa riflettere.
In un altro discorso invita a pensare alla famiglia, all’importanza di partecipare attivamente nella vita di una comunità, piccola o grande non importa, a quanto sia importante contribuire facendo il proprio meglio per farla crescere e funzionare partendo dalla coppia. E fa riflettere.
Tra le pagine che personalmente ho amato di più c’è quella dedicata all’mportanza che può avere nella vita di uno studente l’incontro con un particolare insegnante, proprio quello che ci ha “resi più entusiasti di essere al mondo, più fieri di essere al mondo.” Non è bellissima questa frase? E si riflette…
Ad un certo punto leggo “Cosa dovrebbero fare i giovani della propria vita? Molte cose ovviamente. Ma la più audace è creare comunità stabili in cui si possa curare la terribile malattia della solitudine”.
E se non si riflette adesso, non so quando lo si possa fare.
Vonnegut, che non si è mai laureato, parla con sapienza (la sua grande esperienza si sente tutta), saggezza e sarcasmo di temi importanti come la guerra, il clima, la scienza, la famiglia, lo studio mai facendo la “paternale” ma con sagace leggerezza.
Su quel palco discorso dopo discorso riesce a infiammare migliaia di studenti perché non parla solo a loro…parla anche alle generazioni future, parla a chi non c’è e si è laureato in un altro stato, parla all’umanità…attraverso anche il lettore che lo sta leggendo ora.
Consiglio di regalarlo ai giovani, di leggerlo attentamente e di tenerlo sul comodino per rileggerlo di tanto in tanto.
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