AUTORE: Virginia Woolf
TITOLO: Al faro
TRADUTTORE: Nadia Fusini
EDITORE: Feltrinelli
DATA USCITA: 04/06/2014
GENERE: Narrativa classica
TRAMA – Al faro
“Al Faro”: questo il vero titolo del romanzo di Virginia Woolf che la nuova traduzione di Nadia Fusini riporta all’originaria bellezza. Romanzo sperimentale, intonato alla ricerca di libertà formale che accomuna i grandi scrittori di questo secolo, “Al Faro” è un libro sulla memoria e l’infanzia; un’elegia alla luce che ha illuminato le figure della madre e del padre reali, che nel romanzo diventano il signore e la signora Ramsay.
A tema è lo scontro tra il sì materno (“sì, andremo al faro”) e il no paterno (“no, al faro non si può andare”), come esso risuona nel cuore del figlio James, e nella mente della figlia Virginia, che a distanza di anni si misura, scrivendo, con la potenza di quei fantasmi.
L’effetto è liberatorio. Prima, confessa Virginia Woolf, “pensavo al babbo e alla mamma ogni giorno”. Ora “li depone”, li seppellisce. È la sua catarsi.
Al faro
FRASI
E di nuovo si sentì sola di fronte al suo antagonista di sempre: la vita.
Virginia Woolf, Al faro
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Le gettò in faccia il calore dell’amore, l’orrore, la crudeltà, la spregiudicatezza dell’amore
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Non che fosse innamorato, no. Era uno di quegli affetti inqualificabili come ce ne sono tanti.
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Naturalmente, dato che era una donna, tutti si rivolgevano a lei per questo o per quello. Spesso le pareva d’essere una spugna impregnata d’emozioni umane.
Virginia Woolf, Al faro
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I rapporti umani sono tutti così, pensò, ed i peggiori sono quelli tra uomini e donne. Erano inevitabilmente insinceri.
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Nessuno parve mai tanto triste.
Nera ed amara, a mezza via in una cupa profondità, nel canale tra il sole e l’abisso, una lacrima si formò, forse cadde; e le acque agitate la raccolsero e si placarono.
Nessuno parve mai tanto triste.
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Ora lei stessa si aggirava come un fantasma fra quei ricordi, e la cosa la affascinava, perchè, mentre lei era cambiata, quel giorno speciale, diventato immobile e bellissimo, era rimasto uguale, per tutti questi anni.
Virginia Woolf, Al faro
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Non riusciva ancora a concentrare le sue emozioni, poteva solo pronunciare una frase che coprisse il vuoto della sua mente, finchè quei vapori non si fossero dissolti.
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..E sempre da perfetto gentiluomo qual era, le lasciava molto tempo per lavarsi le mani. Intanto lui passeggiava lungo il fiume. Era tipico del loro rapporto. Molte cose venivano lasciate non dette…
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Sentì all’improvviso un vuoto, una frustrazione. L’emozione era giunta troppo tardi, ora era lì pronta, ma lui non ne aveva più bisogno.
Virginia Woolf, Al faro
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E continuò a guardare in basso di proposito, perchè solo così riusciva a mantenere le proprie opinioni. Bastava guardarli in faccia e si vedeva : l’amore li inondava. Facevano parte di quell’universo irreale, ma pervasivo che è il mondo visto attraverso gli occhi dell’amore.
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Sapeva che s’era voltato, e la guardava. Sapeva che pensava sei più bella che mai. E si sentì bellissima. Non mi dirai mai, neppure una volta che mi ami?
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Ma ora la madre avrebbe rimesso le cose a posto per lei, l’avrebbe rassicurata che tutto andava bene; le avrebbe promesso che uno di quei giorni quella felicità sarebbe stata la sua.
Virginia Woolf, Al faro
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Inseguire la verità con tanta straordinaria mancanza di considerazione per i sentimanti altrui, strappare i veli sottili della cortesia con tanta impudica passione e violenza, era per lei un’offesa alla decenza umana così tremenda che, senza rispondere, come folgorata, chinò la testa, per ripararsi così, senza reagire, dalla tempesta di chicchi tutti ineguali di grandine. Non c’era niente da dire.
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Era proprio così. Il mondo avrebbe senz’altro condiviso quell’amore, se Bankes fosse riuscito a dire perchè quella donna gli piaceva tanto. Perchè la vista di lei che leggeva una fiaba al figlio provocava in lui lo stesso effetto della risoluzione di un problema scientifico. Si abbandonava alla contemplazione e provava la stessa sensazione di quando riusciva a dimostrare una verità assoluta sul sistema digestivo delle piante. La barbarie era scongiurata ed il regno del caos scongiurato.
Virginia Woolf, Al faro
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La chiamava una sola volta per nome, come un lupo che abbaia alla neve, ma lei ancora non cedeva, allora lui la chiamava di nuovo, e questa volta una sfumatura nel tono della voce la stanava, e lei andava da lui, lasciando d’improvviso tutti, e si allontanavano insieme frai peri ed i lamponi e le aiuole. Insieme avrebbero affrontato la questione.
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E poi cadde di nuovo il silenzio; e notte dopo notte, a volte anche in pieno giorno, quando le rose brillavano e la luce si specchiava chiarissima sulle pareti,sembrò che in questo silenzio, in questa indifferenza, in questa integrità rimbombasse il tonfo di qualcosa che cade.
Virginia Woolf, Al faro
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