“Finché non aprirai quel libro” – Michiko Aoyama

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AUTORE: Michiko Aoyama
TITOLO: Finché non aprirai quel libro
TRADUTTORE: Daniela Guarino
EDITORE: Garzanti
DATA USCITA: 06/09/22
GENERE: Oriente

TRAMA – Finché non aprirai quel libro

Giappone. Per prima cosa si entra in biblioteca. Poi bisogna trovare la signora Komachi, dalla pelle candida e con uno chignon fissato da uno spillone a fiori. Infine, aspettare che ci chieda: «Che cosa cerca?». Sembra una domanda banale, ma non lo è. Perché la signora Komachi non è come le altre bibliotecarie. Lei riesce a intuire quali siano i desideri, i rimorsi e i rimpianti della persona che le sta di fronte.

Così, sa consigliare il libro capace di cambiarle la vita. Perché in fondo, come dice Borges, «il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini». È così per Tomoka che, fagocitata dalla vita di città, ha smarrito la serenità; per Ryō, che ha un sogno, ma è in eterna attesa del momento giusto per realizzarlo.

Poi ci sono Natsumi, che ha visto arenarsi la propria carriera dopo la gravidanza e non ha più la forza di lottare per riavere quello che ha perso; e Hiroya, troppo concentrato su sé stesso per cogliere nuove opportunità. Ognuno di loro esce dalla biblioteca stringendo tra le mani un libro inaspettato, e tra quelle pagine troverà il coraggio di cambiare prospettiva e non arrendersi.

A volte è facile smarrire la strada e farsi domande sbagliate che non dissipano la nebbia che si ha davanti. Allora, bisogna guardare oltre e scorgere il raggio di sole che filtra dalle nuvole. La signora Komachi è lì per indicare la strada grazie al potere mai sopito dei libri.
Dal Giappone un fenomeno editoriale in corso di pubblicazione in tutto il mondo.

In patria ha venduto più di 150.000 copie in poche settimane dall’uscita e vinto il premio Japan Booksellers’ Award, assegnato dai librai. Una donna, un libro, la vita che cambia. Affidarsi a qualcuno può essere difficile ma anche liberatorio. Non abbiate paura: la signora Komachi è pronta a farvi bere un sorso di nuova felicità.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro

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FRASI

Che cos’è che sto cercando… Forse un posto in cui riporre il mio sogno oppo grande.

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Credo che alcune cose si capiscano strada facendo.

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“Un giorno mi piacerebbe…” […]
“Un giorno… […] Guarda che mentre continui a dire “un giorno” il tuo sogno non finirà affatto. Anzi, continuerà a esserci per sempre, bellissimo com’è adesso.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro
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Se pure non si avverasse, secondo me sarebbe comunque un modo per vivere. Anche avere un sogno nel cassetto non è mica una cosa brutta. Perché ci dà gioia nella vita di tutti i giorni.

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Se quel “giorno” è una sorta di formula magica per continuare a sognare, allora quali sarebbero le parole da pronunciare affinché il sogno diventi realtà?
“Ma se invece vuoi sapere che cosa c’è in fondo al tuo sogno, allora devi farlo.”

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Insieme… Non è “ti aiuto”, ma “insieme”.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro

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In un mondo in cui non si sa che cosa può accadere domani, sto facendo quello che mi è possibile fare in questo momento.

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Quel giorno avevo servito la cliente distrattamente, senza metterci il cuore, perché avevo fretta di andare in pausa. La cosa si era trasmessa anche alla persona di fronte.

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È assurdo, ma ogni tanto leggendo un libro succede che sia sincronizzato con la realtà, come in questo caso.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro
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Quando non tratti con cura le cose che metti nello stomaco, o ciò che ti circonda, non fai altro che maltrattare te stesso.

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Qualunque siano le circostanze in cui ti trovi, non va mica come pensi, poi. Però per contro, capita anche che ti aspettino delle felici sorprese che non avresti nemmeno mai immaginato, no?
Per cui alla fine ci sono un sacco di volte in cui pensi: “Meno male che non è andata come volevo! Sono salva!”. Quando un progetto o un programma vanno male non si deve per forza pensare che sia una sfortuna o un fallimento.

È così che si cambia, sia noi stessi sia le nostre vite.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro
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Si dice che per gli oggetti fatti a mano, già nel momento in cui uno li sta creando, è stabilito da chi andranno a stare. È una storia un po’ spirituale, ma credo di capire cosa si intenda.

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Qualcuno pensa a qualcun altro. Questo equivale forse a costruirgli un posto in cui stare?

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Chi se lo immaginava che si potesse trovare lavoro anche così. Non si viene scelti soltanto scrivendo curriculum e andando a fare colloqui, ma può capitare anche che ti vogliano se affronti con impegno ciò che ti sta davanti.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro
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Passa tutto in un attimo. Anche che un bambino sia un bambino.
A poco a poco mi sono scese le lacrime, e ho deciso fermamente dentro il mio cuore: d’ora in avanti…io sfameró me stessa da sola.

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Probabilmente non ero io a essere un buono a nulla, ma semplicemente non avevo mai trovato il posto giusto che mi valorizzasse. Avere la reale sensazione di «servire a qualcosa» mi dava una grande serenità.

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«Eh già, le librerie stanno diminuendo. Perché adesso i libri non si vendono» […]
«Smettila! È proprio perché tutti quanti dicono così, come se avessero la verità in tasca, che le cose hanno finito per prendere questa piega.
Ci sarà sempre gente per cui i libri sono necessari. L’incontro con il libro che diventerà importante per qualcuno avviene anche nelle librerie. Io non permetterò mai e poi mai che le librerie scompaiano da questo mondo!»

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro

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Anch’io non vendo neanche un libro scritto da me. Però quando ne vendo uno che ho consigliato sono al colmo della gioia. […] Dal punto di vista emotivo considero i libri che spingo di più un po’ come se fossero miei.

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“…anche se compro un libro da lettrice sono parte del processo. A far girare il mondo dell’editoria non sono solo le persone che si occupano di libri per lavoro, ma soprattutto i lettori…
Quelli che li producono, quelli che li vendono e quelli che li leggono: i libri sono di tutti loro. Io penso che la società sia proprio questa.

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Le cose da fare sono tante, ma ormai ho deciso di smettere di usare la scusa che “non ho tempo”. Nel “tempo che ho” continuerò a pensare a cosa riesco a fare. E “un giorno” diventerà “domani”.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro
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Anche io cambio. Pur cercando di restare la stessa. Ed il mio scopo è lo stesso, per quanto stia cercando di cambiare…

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In fondo anche cercando di rimanere uguali si cambia, così come capita di restare gli stessi cercando di cambiare.

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I due occhi di quando si guarda “qualcosa di invisibile”. Uno è “l’occhio del sole”, che osserva con la razionalità e la logica. Pone una luce luminosa su fatti e cose e li fa comprendere. L’altro è “l’occhio della luna”, che invece afferra e collega mediante le emozioni e l’intuizione e che invita al dialogo. Vede mostri in mezzo all’oscurità, fantasie e sogni, come amori nascosti. Questi due occhi noi li abbiamo dentro il cuore…

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In un mondo in cui non si sa che cosa può accadere domani, sto facendo quello che mi è possibile fare in questo momento.

Michiko Aoyama, Finché non aprirai quel libro

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RECENSIONI

No, non è così. Non è una proposta che viene direttamente da loro in maniera arbitraria; è perché tu hai fatto una mossa e cosi anche ciò che ti circonda ha iniziato a muoversi. 
Ma che libro meraviglioso ho letto?!?!

Questa è l’esclamazione che spontaneamente ho fatto finendo il libro. Un libro piccolo, che si legge d’un fiato e che regala una leggerezza intrisa di spunti di riflessione. Avevo bisogno di un libro dolce e leggero e l’ho trovato. Da sempre sostengo che i libri si scelgono come le persone: a pelle. È una questione di chimica, sempre.

Veniamo al libro, che ha in copertina una donna di spalle in mezzo a scaffali pieni di libri. In questo romanzo ogni lettore ritrova se stesso. Impossibile sfuggire! Perchè? Perché tutti nella nostra vita abbiamo avuto in mano un libro che in qualche modo ci ha cambiato la vita.

Michiko Aoyama, autrice del romanzo “Finché non aprirai quel libro”, edito da Garzanti e tradotto da Daniela Guarino, scrive cinque storie legate da un filo comune: tutti i personaggi passano nella biblioteca presso una Community House nella quale lavora Komachi Sayuri, una cinquantenne voluminosa vestita di bianco con uno chignon con due bacchette con grappoli di fiori che ha una voce dolcissima e accattivante.

Komachi Sayuri sa consigliare i libri giusti non solo per assecondare in pieno le richieste dei personaggi ma anche perché va oltre; dopo ogni breve scambio lei suggerisce anche quel libro capace di soddisfare quel bisogno inespresso di ogni singolo personaggio. Io per prima avrei voluto incontrare in biblioteca Komachi Sayura. Ogni lettore che nega, mente!

I personaggi sono cinque: Tomoka, una ventenne al suo primo lavoro, è addetta alle vendite in un’importante catena di negozi ma ancora non sa bene cosa vuole dalla vita, l’unica sua certezza è che vuole vivere a Tokyo e non vuole tornare nel suo paese; Ryo, 35 anni, contabile in un’azienda di mobili ma con la passione per l’antiquariato; la quarantenne Natsumi, redattrice di un magazine prima di avere una bambina, ora è combattuta tra la sua ambizione di lavorare e il suo ruolo di mamma; Hiroya, un trentenne disoccupato che sogna di diventare illustratore ma soffre di attacchi d’ansia e di un complesso d’inferiorità nei confronti del fratello maggiore dalla carriera brillante; infine Masao, 65 anni, pensionato.

Percorrendo strade diverse tutti e cinque passano per la biblioteca, fanno le loro richieste e…ricevono non solo un suggerimento librario inaspettato che poi si rivelerà catartico ma anche un supplemento: un piccolo oggetto di lana cardata che ciascuno custodirà gelosamente.

Ciascun personaggio non sa di aver bisogno di una spinta per cambiare rotta…eppure è così.

Questo libro è da tenere sul comodino e leggere una storia di tanto in tanto.Dona prospettive utili per uscire da normali empasse emotivi, sociali, relazionali.

Forse anche io ne avevo bisogno…e non lo sapevo. Sono in un momento della mia vita in cui sto cambiando tante cose, in cui faccio oscillare me stessa tra il bisogno di realizzarmi e una maternità assorbente.

Come tante donne guardo chi ha quello che credo di volere… che “credo” di volere. In certe pagine ho trovato le parole giuste per capire che sono dove voglio essere e che ho quello che ho sempre voluto. Non é il mondo circostante sbagliato, sono io che devo cambiare punto di osservazione e quindi prospettiva…

In fondo Komachi Sayura ha aiutato anche me.

©Maria Elena Bianco

Immagina…

Entri in una biblioteca con un desiderio nel cuore; chissà quanti ne abbiamo… hai ragione, allora facciamo che entri con QUEL desiderio.
Nella tua testa hai già dei libri che vorresti prendere, ma hai bisogno di un aiuto per capire quale in realtà faccia al caso tuo.
Incontri una bibliotecaria di nome Komachi.
Stampa la tua lista e ti regala un piccolo supplemento.
Scorri la lista e vedi che ha aggiunto un libro che non c’entra nulla con il resto.
Lo prendi… la tua vita cambia.

Non è magia, la definirei prospettiva.
Per capire di ciò che parlo devi assolutamente leggerlo.

Nei giorni in cui lo leggevo pensavo che ultimamente mi ritrovo a vivere quello che leggo, finché poi ho trovato proprio in questo libro questa frase:

“È assurdo, ma ogni tanto leggendo un libro succede che sia sincronizzato con la realtà, come in questo caso.”

Chiamalo caso, o come vuoi.
Io una cosa posso dire

“Non sono io che ho letto questo libro, questo libro ha letto me.”

©AnnaRLe frasi più belle dei Libri…

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