“La tenuta delle rose” – Hannah Richell

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AUTORE: Hannah Richell
TITOLO: La tenuta delle rose
TRADUTTORE: Elisabetta Valdré
GENERE: Narrativa
EDITORE: Garzanti

TRAMA

Maggie è convinta che seguire il cuore sia la scelta sbagliata. L’unica volta che l’ha fatto la sua vita è finita sottosopra ed è stata costretta a lasciare Londra per rifugiarsi il più lontano possibile. Ma quando la sua amata nonna Lillian si è ammalata non ha avuto scelta: è tornata in Inghilterra per affrontare il passato da cui cercava riparo. Arrivata a Cloudesley, non può non notare che le splendide rose, i tulipani colorati e i gigli regali che punteggiavano il giardino dei suoi ricordi hanno perso il proprio splendore.

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Anche le braccia di sua nonna, pur restando l’unico luogo che riesce a chiamare casa, le trasmettono una sensazione diversa. Maggie capisce che la donna non ha più molto tempo e vuole confidarle qualcosa. Quello che non si aspetta è che si tratti di una verità che parla di segreti nascosti nelle immense e buie sale di Cloudesley.

Di una famiglia, di scelte difficili. Di un tempo in cui una donna era costretta a prendere strade che la portavano lontano dai suoi desideri, perché regole e convenzioni valevano più di ogni altra cosa. Di uomini sicuri di esercitare un potere indiscutibile. Tra quelle mura dorate sua nonna si era sentita come un oggetto da sfoggiare e nulla di più. Ma ora Maggie sa che il regalo che vuole lasciarle è la libertà.

La libertà di sbagliare, di cadere e di potersi rialzare. Di seguire il proprio cuore e di decidere che cosa pensare senza permettere che sia qualcun altro a farlo. Di amare davvero. È proprio questa la cosa più difficile per Maggie, a causa di quella bugia che porta dentro. Perché a volte è più facile perdonare gli altri che sé stessi.


RECENSIONI

Maggie è una giovane donna che vive una vita sciatta e distratta, quando in un giorno come tanti da una chiamata apprende che Lillian, sua nonna, la donna che l’ha cresciuta amorevolmente, è in gravi condizioni di salute. Maggie deve ritornare a Cloudesley, deve ripercorrere a ritroso quella strada che la riporta a casa, nel suo passato, quella stessa strada che circa un anno prima aveva percorso di corsa mentre fuggiva dagli errori commessi, dai sensi di colpa, dalla sensazione di essere incapace di gestire la propria vita.

Ed ecco stagliarsi su di una grande collina Cloudesley, immense radure verdi, prati baciati dal sole, giardini straripanti di fiori. In mezzo a tutto questo vi è il grande palazzo di famiglia, appartenente agli Oberons da generazioni. E lei ora ne è la legittima discendente. Ma l’eredità che le spetta è ben più grande di quella magnifica reggia piena di opere artistiche provenienti da tutto il mondo. Le spetta riordinare e rimettere in piedi quel castello ormai allo sfacelo e quella pseudo famiglia che lo ha abitato. Lo deve a Lillian.

Lillian ha vissuto a Cloudesley oltre cinquant’anni della sua vita, intrappolata in una gabbia dalle sbarre d’oro, come quei pavoni che l’esuberante marito pretendeva che fossero tenuti in giardino ad abbellire ulteriormente l’immenso e incantevole panorama. Ecco, Lillian per Charles non era molto differente dei diversi ninnoli che metteva in bella mostra nelle sale del palazzo. Era l’ennesima cosa bella da mostrare alle feste. Non era amata, non era rispettata.

Era capitata nella vita di quell’uomo prepotente per uno scherzo del destino ed ora dipendeva da lui che la teneva sotto giogo con ricatti e violenze. l’unico sollievo a quella vita coniugale fatta di soprusi era il piccolo Albie, figlio di Charles. Lillian lo amava con l’intensità di una madre, era l’unico sollievo delle sue giornate. Era qualcosa di bello per lei.

Ma quello stesso destino beffardo un giorno le diede la possibilità di assaporare il vero amore, la vera passione, per un uomo, per la vita e per il mondo. Lillian visse un’irruenta primavera che risvegliò in lei la sua anima e il suo cuore ormai abbandonati in quelle enormi sali vuote.
Dopo diversi anni, al tramonto di una vita vissuta nel lusso ma povera nella sostanza, le rimane solo Maggie.

E il più grande lascito che può darle è la forza per aprire quella porta sul passato, per affrontarlo una volta per tutte e tirarne fuori qualcosa di simile ad un’immensa, singolare opera d’arte. Scritto in due tempi diversi, ripercorrendo le vite di Maggie e Lillian, il romanzo delinea esistenze tutte diverse tra loro, accomunati da grandi dolori che le hanno percosse e cambiate. Esistenze in cui l’unico filo conduttore è l’amore, che si trasforma nel coraggio di fare cose grandi, impossibili, pericolose come seguire il proprio cuore. Oppure non farlo.

[©Martina Caruso]

 

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